giovedì 24 ottobre 2013

Il Consiglio Comunale approva il Biciplan di Torino

Ora anche Torino ha il suo Biciplan. Il piano organico della mobilità ciclistica, dopo un lungo confronto, è stato finalmente approvato da Consiglio Comunale con 28 voti a favore e un astenuto (parte dell'opposizione, però, non ha partecipato al voto). E' sicuramente un'ottima notizia per diversi motivi.

Il primo è che, finalmente, dopo anni di interventi a pioggia inseriti negli spazi residuali lasciati dalle auto, si realizzerà una rete di percorsi continui e riconoscibili. Il piano prevede infatti la realizzazione di 9 direttrici radiali che collegano la periferia con il centro e quattro circolari, per connettere i diversi percorsi, con tanto di segnaletica dedicata. Queste saranno le "linee di forza" del sistema, che si comporrà anche di interventi minori all'interno dei vari quadranti. Il Piano nella sua forma è "liberamente ispirato" a quello di Reggio Emilia, realizzato nel 2007 da Matteo Dondè (che a mio parere dal Comune di Torino avanza almeno un caffè) e questa dovrebbe essere un'ulteriore garanzia di qualità.

Il secondo motivo, ancora più rilevante, è che il piano verrà anche finanziato, cosa non del tutto scontata. Infatti il Consiglio, attraverso un emendamento, ha accolto la proposta che l'associazione Bike Pride aveva avanzato in occasione della grande manifestazione del 26 maggio scorso, che provocatoriamente proponeva di destinare alla realizzazione del Biciplan il 15% degli introiti delle multe già destinati alla sicurezza stradale. Gli assessori all'ambiente La Volta e ai trasporti Lubatti, avevano raccolto la proposta, e bisogna riconoscerlo, insieme al presidente della Commissione ambiente Grimaldi, l'hanno appoggiata fino all'approvazione finale. Questo significa che ogni anno si dovrebbero rendere disponibili per la realizzazione del Piano dai 2 ai 4 milioni di euro, una cifra tale da permettere di completare gli interventi entro il 2020, come previsto.

Tuttavia a cosa più importante, è che, al di là della realizzazione della rete di percorsi ciclabili, insufficienti da soli a creare un uso diffuso della bicicletta, il documento affronta finalmente in modo organico la ciclabilità, considerandola a tutti gli effetti come una componente essenziale della mobilità cittadina, anche, se necessario, a scapito della mobilità motorizzata. In questo senso il documento va oltre la semplice lo schema infrastrutturale, e include fra i temi la realizzazione delle zone 30, al fine di favorire moderazione del traffico e ciclabilità diffusa; la creazione di un piano parcheggi (proposto dal M5S e accolto dalla maggioranza); l'intermodalità e la possibilità di trasporto bici sui mezzi pubblici; oltre a campagne di promozione e sensibilizzazione.

In sintesi è un buon documento che ha accolto molti dei suggerimenti delle tante associazioni e non (Bici & Dintorni Fiab, Bike Pride Fiab, Legambiente, Salvaiciclisti, La città possibile, Intorno, Pro Natura, Muoviti Chieri) che nel corso dei mesi hanno dato un contributo puntuale e qualificato alle diverse parti del documento.
E' merito anche della pressione delle Associazioni infatti, se l'Amministrazione ha accolto la richiesta di creare un tavolo consultivo che deve pronunciarsi su ogni singola opera infrastrutturale. La richiesta nasce dall'esigenza di evitare la realizzazione di interventi che funzionino sulla carta, ma che mancando dell'esperienza di chi ogni giorno usa la bicicletta per spostarsi, risultino inutili e dannosi. Questa procedura dovrebbe permettere di evitare almeno gli errori più mastodontici.

Per partire con la realizzazione sarà necessario un cronoprogramma degli interventi e un bilancio preventivo, e le Associazioni, nei prossimi mesi, saranno impegnate per ottenerli.
Ma al di là del Piano in sè, è stata fondamentale la discussione che è nata intorno alla realizzazione del piano, fuori e dentro le Istituzioni,  per far crescere una consapevolezza diffusa sulle esigenze e le necessità di chi si sposta in bici. Per molti saranno state solo parole di circostanza, ma l'approvazione del Piano dimostra che il diritto alla la sicurezza di chi si muove in bicicletta non si può più negare.

E questa è stata sicuramente una grande vittoria.

mercoledì 16 ottobre 2013

Quando la bici fa bene alle città

Recentemente molti giornali hanno rilanciato un comunicato stampa del Centro Studi Continental, quella dei pneumatici per capirci, che lamentando il calo di vendite di automobili ne attribuiva la colpa a ZTL e piste ciclabili. Il documento in rete non si trova, ma anche solo dal comunicato mi pare che la cosa non abbia nulla di sconvolgente, anzi. Le ZTL e le ciclabili sono un investimento per spingere ad utilizzare altri metodi di spostamento, i piedi e la bici, quindi, se così è avvenuto, la loro realizzazione ha ottenuto il risultato prefissato. Sarebbe una delle poche politiche italiane di successo.
Quasi contemporaneamente un’altra ricerca dell'ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ci diceva che oltretutto questa piccola demotorizzazione ha comportato un miglioramento della qualità dell'aria in molte città italiane. Questo, anche se il rapporto non lo dice, significa evidentemente un risparmio nelle tasche dei cittadini perché l'inquinamento, oltre ad essere pericoloso per la salute, è un costo. Un costo che va ad incidere sulle tasche di chi si ammala di più, per lo stato che garantisce la sanità pubblica e che, prima o poi, dovrà pagare le multe per infrazione alle norme europee e per imprese che perdono in produttività.
Se teniamo conto di tutte queste cose allora le piste ciclabili, anche se fanno vendere meno auto, non sono un costo, ma anzi un guadagno per la collettività.
Questo semplice ragionamento è quello che sta alla base della così detta bikeconics, ovvero quella disciplina che dice che un investimento in ciclabilità non ha solo ricadute etiche e ambientali, ma soprattutto economiche.
Proprio di questo si parlerà nel workshop nato da un’idea di Paolo Pinzuti (Clickutility, bikeitalia.it), che si svolgerà a Milano il 28 ottobre presso la Fabbrica del Vapore, all'interno del forum internazionale CityTech.
Si confronteranno delegati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, della European Cyclists Federation e altre di Istituzioni.
Un’ottima occasione per scoprire, dalla voce degli esperti, che la bicicletta è ormai più economia che ecologia.